Salone di Parigi, ottobre 1984: torna il glorioso appellativo “Testarossa” e va ad identificare l’erede della 512 BBi. Per questa vettura, Pininfarina disegnò una linea innovativa e di notevole impatto visivo, caratterizzata da prese d’aria laterali molto pronunciate e da dimensioni più grandi del modello precedente. L’evoluto 12 cilindri boxer era diventato a quattro valvole per cilindro ed era, in quel periodo, il motore più potente installato su di un’auto sportiva di serie.
L’erede della serie Boxer fu disegnata da Pininfarina e si presentava visivamente molto diversa dalla genitrice, anche se offriva sempre un’unità motrice a dodici cilindri boxer montata in posizione centrale. Fu abbandonato il profilo a cuneo affilato del frontale, ora sostituito da un musetto molto più arrotondato.
Il proseguimento verso la coda dei parafanghi anteriori proponeva uno stilema a linee parallele che divenne la caratteristica più distintiva della vettura e si estendeva ai profondi pannelli porta, che crescevano in ampiezza verso la fine della loro parte posteriore prima di fondersi con gli ampi parafanghi del retrotreno. Sul pannello posteriore, la coppia di gruppi ottici circolari che per oltre dieci anni aveva contraddistinto le vetture del Cavallino fu abbandonata. Al suo posto comparve una griglia di elementi orizzontali di color nero satinato che copriva tutto il pannello di coda, sotto la quale si trovavano i gruppi ottici posteriori di forma rettangolare.
La ragione dell’ampia carrozzeria posteriore e dei profondi pannelli porta, stava nella presenza dei radiatori dell’acqua montati sui due lati: questi ricevevano l’aria per il raffreddamento attraverso delle opportune prese ricavate nelle portiere. La griglia di colore nero opaco sita sul musetto non aveva pertanto una funzione specifica, se non quella di riallacciarsi a una tradizione estetica tipicamente Ferrari, assieme alle luci di posizione e agli indicatori di direzione in un sol blocco e ai gruppi ottici anteriori retrattili posti nella parte superiore del musetto.
La nuova posizione dei radiatori ebbe anche l’effetto benefico di aumentare lo spazio disponibile per i bagagli sotto il cofano anteriore, che nella serie Boxer era piuttosto esiguo. Rispetto alla 512 BBi, la carreggiata anteriore era aumentata di soli dodici millimetri mentre quella posteriore era stata oggetto di un incremento di ben centocinque millimetri: la vettura aveva quindi acquisito una forma a cuneo, non tanto nel suo profilo ma soprattutto sul piano orizzontale.
Il motore fu il primo dodici cilindri boxer in configurazione a quattro valvole per cilindro inserito sotto il cofano di una Ferrari stradale, e mantenne la stessa cilindrata di 4943 cc della 512 BBi. Alesaggio e corsa erano rispettivamente di 82mm x 78mm, il numero di riferimento interno era F 113 A 000. Era dotato di doppi alberi a camme in testa per bancata di cilindri mossi da cinghia dentata, ora pilotata direttamente dall’albero motore e non tramite cascata d’ingranaggi come sui precedenti propulsori boxer.
L’unità motrice con lubrificazione a carter secco era montata longitudinalmente in blocco con la trasmissione a cinque velocità: la configurazione era molto simile a quella adottata sui modelli Boxer.Era presente un sistema d’accensione elettronica Marelli Microplex MED 120 B e l’iniezione elettronica era Bosch KE-Jetronic. La potenza dichiarata per le vetture destinate al mercato europeo era di 390 cavalli a 6300 giri/minuto, quella degli esemplari realizzati per gli Stati Uniti era di 380 cavalli a 5750 giri/minuto.
Il modello rimase in produzione con minime variazioni estetiche per sette anni, fino al termine del 1991, quando fu sostituito dalla 512 TR. Il numero di esemplari prodotti fu 7177, la numerazione dei telai iniziò con il n.53081 e terminò con il n.91923. Un esemplare unico in configurazione spider con tetto pieghevole fu realizzato per l’uso personale di Gianni Agnelli, allora figura suprema della Fiat.
Anno 1988
Rossa interni nero
Carrozzeria di Pininfarina
Telaio n. ZFFAA17B000078552
Consegnato nuovo in Italia
Solo 13.000 chilometri dal nuovo
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The Paris Motor Show in October 1984 saw the return of the glorious Testarossa as heir to the 512 BBi. Pininfarina’s design broke somewhat with tradition and was striking and innovative. The side intakes were larger than on the previous model and this constraint saw the introduction of the long side strakes that would become the Testarossa’s most recognisable feature.
The name Testa Rossa is Italian for Red Head, and refers to the colour that the camshaft covers were painted on the sports racing models. Naturally the modern bearer of the name followed suit with red painted camshaft covers. It made its debut in the glittering surroundings of the Lido nightclub on the Champs Elysées in Paris, on the eve of the 1984 Paris Salon, where invited press and guests were given a gala preview prior to its public launch the following day.
The Pininfarina designed replacement for the Boxer series was visually radically different from its predecessor, although it still featured a mid mounted flat twelve engine as its motive power. Gone was the sharp nosed wedge profile, to be replaced by a much softer rounded front end. The front wings flowed into one of the models most distinctive styling features, the deeply straked door panels that grew in width towards their trailing edge, before blending into very wide rear wings. At the rear, the paired circular tail light arrangement that had been a styling feature for over a decade was gone. In their place was a full width horizontally slatted satin black louvre hiding rectangular combination light units.
The reason for the great rear girth and the body colour straked door louvres, was the twin side mounted water radiators which received their cooling air via the door intakes. The matt black egg crate “grille” in the nose of the car was a dummy to provide a link with Ferrari tradition, bordered by combination driving, side, turn indicator light assemblies, with paired headlights in retractable pods on the upper face of the nose. The repositioning of the radiators provided the benefit of additional luggage space in the nose, useable luggage space being something that had been a shortcoming of the Boxer series. Although the front track was only 12mm greater than that of the 512 BBi, the rear track increased by a massive 105mm, making the car wedge shape in plan rather than in profile.
The engine was the first four valves per cylinder flat twelve cylinder configuration unit fitted in a Ferrari road car, but maintained the same cubic capacity of 4943cc, and 82mm x 78mm bore and stroke, of the 512 BBi model, and had factory type reference number F 113 A 000. It had twin belt driven overhead camshafts per bank, now driven directly off the crankshaft instead of via idler gears on the earlier Boxer models. The dry sump engine was longitudinally mounted in unit with the five speed transmission, in a very similar manner to that of the preceding Boxer series. It was fitted with a Marelli Microplex MED 120 B electronic ignition system and Bosch KE-Jetronic fuel injection, to produce a claimed 390bhp @ 6300rpm for European models, and 380bhp @ 5750rpm for US market models.
The model remained in production with very few visual alterations for seven years until the end of 1991, when it was replaced by the 512 TR, during which time 7177 examples were built in the chassis number range 53081 to 91923. A single spider example, with full folding roof, was built for the personal use of Fiat supremo Gianni Agnelli.
Model year 1988
Red interior black
Coachwork by Pininfarina
Chassis no. ZFFAA17B000078552
Delivered new to Italy
Only 13,000 kilometres from new
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